giovedì 23 ottobre 2014

Il “Nanoracconto”: la nuova forma letteraria nell’era dei tweet e dei social network

La realtà dei giorni nostri sembra basarsi sempre di più sulla realtà virtuale, e anzi il confine che divide il web dalla realtà risulta sempre più sottile e sfumato. Basta uscire di casa per imbattersi in persone molto più attente a ciò che accade nel mondo a cui si può accedere dal proprio smartphone piuttosto che a dove mettono i piedi, anche a costo della propria incolumità.
Nel mondo dell’informazione e della comunicazione questo nuovo modo di relazionarsi con l’esterno, col mondo e con gli altri ha cambiato anche il modo di esprimersi, tanto che si tende a utilizzare modi sempre più immediati per poter raggiungere la maggior parte degli utenti possibili. Basti pensare al fenomeno dei tweet, attraverso i quali con poche parole si cerca di esprimere se stessi.
Anche i vecchi mezzi di comunicazione come la televisione hanno dovuto fare i conti con questa realtà, tanto che nelle trasmissioni televisive, non da ultimi i telegiornali, i riferimenti a ciò che accade sul web sono costanti, e la tv finisce per essere quasi soltanto una cassa di risonanza di ciò che accade nella rete. I contenuti di internet finiscono per raggiungere chiunque, anche chi ancora non si è discostato dall’utilizzo esclusivo della televisione.
Naturalmente in una società dai ritmi frenetici, come il fenomeno già citato dei tweet testimonia, si predilige la comunicazione breve, fatta di brevi pensieri o di messaggi istantanei. Questo per fare in modo che chiunque, anche chi lavora, studia, o approfitta di brevi pause possa recepire il messaggio.
Sembra normale quindi, che a questo tipo di comunicazione tenti di adeguarsi anche la narrativa. In questo senso un esperimento interessante è quello dei “Nanoracconti”, che da alcuni mesi sta pian piano conquistandosi il suo spazio sul web.
Si tratta di un racconto brevissimo, che in non più di 250 battute deve contenere quelle che sono le caratteristiche fondamentali di ogni tipo di narrazione: una storia con un suo inizio, uno svolgimento e una fine e una sua coerenza interna. Una prova non facile che però ha coinvolto diversi scrittori e non, che in poco tempo hanno inondato la pagina del gruppo facebook dei Nanoracconti di piccoli pezzi letterari
Questa nuova forma letteraria non ha avuto però successo solo nella realtà virtuale, visto che i Nanoracconti sono stati protagonisti già il 31 luglio di quest’anno, in occasione della manifestazione “Parti con un libro”, in cui gli autori delle brevissime narrazioni hanno potuto leggere le loro creazioni durante le diverse tappe del percorso della passeggiata “letteraria” che si è svolta tra diverse librerie di Napoli. Inoltre grande successo è stato raccolto anche con il Contest Letterario “Il Nano d’oro”, organizzato dall’Associazione Librincircolo e svoltosi durante la manifestazione “Ricomincio dai Libri” a San Giorgio a Cremano il 15 settembre scorso. Il contest ha visto la partecipazione di ben settanta autori, alcuni addirittura hanno inviato il loro nano racconto dall’estero.
Per capire meglio cosa sono i Nanoracconti e come sono nati, Il Levante ha intervistato in esclusiva il loro ideatore, Pietro Damiano, lo scrittore di Carbonara di Nola (NA).

Innanzi tutto ci parli di lei. Quelli che la seguono la chiamano “Nanoboss”, ma chi è Pietro Damiano prima e oltre i Nanoracconti e qual è il suo rapporto con la scrittura?

Sono un cultore di Storia locale dell’area nolana, che sta tentando di passare alla narrativa. I nanoracconti io li considero solo un modo per stare insieme agli altri, condividere emozioni, divertirsi. Poi mi sto dedicando allo studio della scrittura creativa. Inoltre faccio parte del Gruppo 9, un collettivo letterario di Pompei, e appena posso scrivo.

Come è nata l’idea di un racconto brevissimo?

L’idea nasce dall’esigenza di coniugare la comunicazione attraverso i social con la scrittura creativa. Se si scrivono testi troppo lunghi su facebook, nessuno li legge. I 140 caratteri di twitter sono troppo pochi e allora ho provato con i 250 caratteri (spazi inclusi). La cosa ha funzionato e in tanti si sono cimentati nella scrittura.

L’ha sorpresa il successo che è derivato dalla sua invenzione?

Sì, non me l’aspettavo. Però ci tengo a dire che il merito è dei partecipanti. Ci sono già tante iniziative simili in rete, se questa ha funzionato è merito dei nanoscrittori. I nanoracconti sono democratici, danno una possibilità a tutti.

Come funziona il gruppo su Facebook? Ci sono molti iscritti?

Il gruppo “Nanoracconti” è un gruppo aperto, tutti possono aderire e partecipare alle iniziative. Siamo oltre 300 iscritti, tutti molto propositivi e coinvolti. I nanoracconti nel gruppo possono essere a tema libero o con vincoli. Ci confrontiamo sempre con nuove sfide. Ultima, il nanoracconto tautogramma: scegliamo una lettera dell’alfabeto e scriviamo un nano dove tutte le parole iniziano con quella lettera. Provateci.

Sappiamo del primo premio indetto in questa nuova forma letteraria che si è svolto a San Giorgio a Cremano nel corso della Fiera del Libro. C’è stata molta partecipazione? Come valuta la qualità degli scritti pervenuti?

Al concorso di San Giorgio a Cremano hanno partecipato oltre 70 autori, con 140 componimenti. Di questi, 70 sono risultati conformi alle regole. Un’apposita Giuria li ha valutati e ne ha selezionati 20. Il vincitore ha ricevuto una targa, poi sono state date due menzioni speciali e il premio “I Like It”, il nano più votato sul gruppo. Agli altri 16 un attestato di partecipazione. Il livello dei nani finalisti lo considero buono.

Quali iniziative ci sono in programma?

I nanoracconti sono stati inseriti nel premio Artistico-Letterario Internazionale Napoli Cultural Classic – X edizione, concorso indetto dall’associazione culturale Napoli Cultural Classic, con i patrocini della Diocesi di Nola e del Progetto Culturale in collaborazione con “l’Aurora Cultura”. La concorso è gratuito e per partecipare c’è tempo fino al prossimo 15 gennaio.

Crede che questo fenomeno sia solo una “moda” destinata a esaurirsi presto o che questa nuova forma letteraria possa realmente prendere piede in questa società basata ormai tutta sulla velocità, in gran parte virtuale, dove ormai si prediligono i messaggi brevi ma incisivi, gli slogan, i tweet e i post?

Io non so quale sarà il futuro dei nanoracconti e più in generale di questo genere “breve”. Lo considero un gioco, e finché durerà il divertimento con gli amici del gruppo, tutti insieme continueremo a giocare.

Link al gruppo “NanoRacconti” su Facebook:

https://www.facebook.com/groups/701936859880245/?fref=ts

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www.illevanteonline.it - Pieluigi Faiella - 23 ottobre 2014