"Oddio. Fermo che mi metto il cappello... Bevi l'aperitivo, bevi... La vetrina è addobbata, in effetti, ma non si sa mai... Oddio, no... Sta per entrare! Ah, no, ha cambiato strada..."
Lei scrive bene, lui meno. Lui ama, lei può far meglio. Anni dopo, nella borsa di pelle, della penna rossa con cui gli corregge le lettere d’amore ritroverà solo il cappuccio e di quel cuore, che può far meglio, non un tentativo. Nemmeno sotto pelle.
Chiusa l’ultima busta incollò il francobollo. Sai lo stupore di tutti quelli a cui non aveva risposto mai. Sbadigliò si stiracchiò scese in strada si lasciò accarezzare dal raggio di sole del freddo dicembre. Lorenzo sorrise alla bellezza del vivere.
Notai il suo culo sodo come si nota un brufolo sul naso. Non comandai le mie mani, si mossero da sole. E con loro anche le mie labbra. 'Pulp' dissi. E accarezzai quella montagnella di carne.
Si era vestita di una corazza di aculei, feroci spadaccini pronti a colpire chiunque tentasse di introdursi nella sua anima. Solo una piccola macchia rosa occhieggiava all’altezza del cuore, e fu lì che la baciò Luc, sussurrando: ”Sei elegantissima”.
Improvvisamente nevicò. Attraverso i vetri vidi imbiancarsi la strada. Aprii le porte del balcone. Allungai le mani in cerca della carezza fioccosa dell’inverno. Ma la fosca dolcezza della neve non mi acquietò. L’angoscia era sempre lì.
Pietre preziose tra le mani e pietre ruvide che gli graffiano i piedi. Lui ascolta, per non aver paura. Ascolta, prima di poter guardare, ma dopo aver visto. Perché ora sa che solo restando al buio si può realmente vedere il mondo. E non aver paura.
La fila per il check-in si fa notare. Isabella si avvicina guardinga. I pensieri già volano. Spiagge, bella vita, party. Accarezza la borsa piena di soldi. «Lei è in arresto, ci segua» irrompe un poliziotto. Si parte lo stesso. Per non tornare, però.
- Signor Ugo, ne è proprio sicuro? - Sì. - La accendiamo? - Sì, "o" ed "esse". Accendiamo! - Signore e signori, anche questa sera “Cruciquiz” ha il suo vincitore: il signor Ugo Foscolo! - Evviva! Finalmente potrò ritornare a Zante!
Perlustrammo il paesino ma di Luigi non ci fu traccia. A nessuno venne in mente che si fosse nascosto a 3 km dal paese sopra un albero di castagno. Ci incrociammo il giorno dopo e asserì che non avrebbe mai più giocato a nascondino con me.
Fissavo le barre, illuminate da un Sole che non vedevo da dieci anni. Avevo attraversato Peter con il coltello, perforandolo con avidità. Poi la sentenza: "Colpevole di omicidio verso Jack Pocker". Venti anni di carcere. Gemello sbagliato.
Riempirono l’auto a metà, portarono solo il nonno con la pensione, la nonna no, del due pezzi Cesira prese solo lo slip, di un cocomero fu comprata la metà. Alvaro aveva perduto il posto. Sarebbe stato un agosto breve e magro.
La luce sovrastava la sua grossa testa. Lei si chiedeva cosa stesse facendo. Sentiva la spinta forte di lui, la pressione, la stretta. Poi si accorse che lo aveva tirato fuori, e in bocca assaporò sangue metallico. Il dente fu estratto senza errori.
La maestra disse di sottolineare una volta le paroline allegre e due volte quelle tristi. Giovannino eseguiva: festa, allegra, una volta; funerale, triste, due volte; guerra, triste, due; torta, allegra, una; amore, all…, no, tr…, amore… tre volte.