giovedì 16 luglio 2015

Autori locali alla riscossa

Non consigli, ma nove interessanti proposte da gustare in spiaggia

Non vogliamo consigliare ai lettori una serie di libri da leggere. Semplicemente segnaliamo i volumi che quest’anno sono stati pubblicati da autori locali, tra i quali eventualmente scegliere a secondo dei propri interessi e gusti.
alfabeto minimo della Grande guerra, di P.G. Santella (ed. Michelangelo 1915); nell’anno del centenario della prima guerra mondiale la Storia vista dal basso, privilegiando le storie degli antieroi e della gente comune contro la retorica ufficiale e la manipolazione delle notizie operata dai poteri del tempo.
Diario di una vita, di Felice Mauro (ed. l’arcael’arco); le memorie di un dirigente scolastico del nostro territorio, che ha dedicato una intera vita alla scuola e alla famiglia, dalla difficile adolescenza in tempo di guerra, all’impegno professionale della maturità, alle gioie raccolte della senescenza. Un racconto sincero e toccante.
Giordano Bruno a fumetti, (ed. Michelangelo 1915) la vita e il pensiero del filosofo nolano, raccontata a fumetti con un linguaggio verbo visivo divulgativo ma rigoroso sul piano storico e speculativo, che va incontro alle nuove modalità di comunicazione dei giovani d’oggi. Un diletto per l’occhio e per la mente. 
I racconti di nonno Saverio, di Giovanni Marigliano (ed. Michelangelo 1915). Un nonno racconta alle nipotine storie di varia umanità alternando favole, ricordi autobiografici, bozzetti veristi, riflessioni didascaliche, legando una generazione all’altra in una continuità di memorie e sentimenti.
Il verme nella mela, di Alessandro Ferrante (ed. Youcanprint). Una storia di spionaggio, ambientata a Parigi durante l’occupazione tedesca nella seconda guerra mondiale, tra intrighi, avventure, amori, atti di viltà e di coraggio, in cui si mescolano eventi storici e fiction narrativa. 
mmano a chillo, lessico paesano di Armando Liguori; una raccolta di proverbi, modi di dire ed espressioni dialettali tratti dal cassetto della memoria dei nostri padri, che divertono ma sono anche segni dell’etica del tempo e della società in cui erano diffusi.
Nanoracconti, a cura di Pietro Damiano (ed. Homo scrivens); 250 miniracconti in 250 parole. Da sorseggiare sotto l’ombrellone prima o dopo un tuffo nell’acqua, lontano dai pasti.
Poesie, favole, preghiere, di Raffaela Ammaturo (ed. Michelangelo 1915). Favole con animali ed elementi naturali personificati che con le loro storie trasmettono messaggi educativi agli uomini d’oggi, poesie impressionistiche, preghiere sincere con cui si cerca un contatto tra uomo e Dio attraverso il sentimento dell’amore.
Sul filo della memoria, di Pietro Damiano e Claudio Acciari (ed. Athena). Una ricerca sui 14 carbonaresi morti nella prima guerra mondiale e sui 14 nella seconda, con la trascrizione dei ricordi di Gaetano Iannicelli, deportato e prigioniero in un campo tedesco. (p.g.s.)

UN’ESTATE DA L E G G E R E - TEMPO LIBERO 
Durante la calda stagione ci si può dedicare meglio ad una consuetudine che appassiona molti che si approssimano a godersi le vacanze d’agosto

giovedì 2 luglio 2015

Nanoracconto: cominci a leggerlo ed è già finito

Originale antologia di racconti curata da Pietro Damiano, cultore di storia locale e di scrittura narrativa

Pietro Damiano, cultore di storia locale e di scrittura narrativa, cura una originale antologia di racconti, Nanoracconti (ed. Homo Scrivens), che ha per sottotitolo 250 racconti da 250 battute. 
Una storia nata su Facebook, dove è stata lanciata per la prima volta l’idea di provare a scrivere una storia brevissima compresa nello spazio di 250 battute; l’idea è piaciuta agli appassionati dello scrivere breve e si è rapidamente diffusa. Un concorso, poi un altro, un reading ed infine l’approdo alla carta stampata. Quale la particolarità dei nani? Della brevità abbiamo detto, ma dopo la lettura e sulla scorta anche delle note del prefatore, rileviamo alcune caratteristiche di questo genere letterario, che ha dei precedenti, ma è particolarmente adatto agli utenti dei social network, assuefatti ad una scrittura e lettura da completare nel breve giro di qualche frase: la prevalenza di sequenze narrative, che muovono l’azione piuttosto delle riflessive, descrittive o dialogate che la rallentano fino a fotografare una situazione statica; anche se si descrive una situazione, essa racchiude il senso di un lungo tempo, e richiede al lettore di riempire le ellissi con la sua immaginazione; la storia preferibilmente finisce con una sorpresa finale, che rovescia l’attesa del lettore; l’utilizzazione di una parola chiave (che può essere costituita anche dal titolo), che lascia immaginare un mondo che non si può descrivere in tutti i particolari; sul piano stilistico una costruzione sintattica paratattica, che procede per accumulazioni e velocizza le sequenze e l’uso del verbo al passato remoto che, riportando ad un’azione compiuta, dà il senso dello scorrere del tempo. Insomma sì, ci si diverte, si gioca a costruire un racconto con poche parole, ma si tratta pur sempre di un (nano) genere letterario e quindi non si può prescindere dal seguire qualche regola o almeno di conoscerla, non fosse altro che per trasgredirla consapevolmente. 
Alla fine, permettetemi questa battuta, la lettura di un nanoracconto è come un cioccolatino o un biscotto: da consumare non per riempire lo stomaco ma per far passare un languorino o anche solo per gratificazione. Ed allora ne scartoccio un paio e ve li offro.
Il primo, “Dolori notturni” di Pietro Ammaturo: Bastardo. Ti sento chiamarmi, come una specie di pifferaio magico. Io un topo? Si, un enorme roditore, attratto dal tuo sibilare notturno. Non resisto,
devo averti. Strappo il foglio con su scritto “dieta” e ti apro, bastardo di un frigorifero.
Il secondo, “Questioni di cuore” di Angela Sorrentino: Non amava farsi trovare con lui così. Quando all’improvviso qualcuno bussò alla porta, lei si riordinò in fretta e lo nascose velocemente nell’armadio. Quel vecchio adorato pigiama con le ochette ormai era proprio inguardabile!
Al lettore ne rimangono altri 248. Da piluccare con gusto. (P. G. S.)