Sono giorni questi che vedono la 
creazione di un piccolo mondo di speranze e di attese sotto ogni albero,
 albero che diviene custode e testimone di quella magia che ci 
accompagna e ci toglie il respiro quando togliamo il fiocco e scopriamo 
il regalo che qualcuno – magari anche sbagliando – ha pensato solo per 
noi.
Per me le festività sono l’occasione 
ideale per stilare una lista di libri che mi piacerebbe scartare e 
assaporare nei giorni che salutano l’anno in corso e che accolgono, 
correndo, l’anno nuovo.
Ecco perché per voi ho immaginato tre mandorle letteral-natalizie caratterizzate ognuna da un differente retrogusto.
Oggi la mandorla è per coloro che sono 
sempre di corsa, che non hanno mai abbastanza tempo; per coloro che 
vogliono tutto e subito e che riconoscono – come loro mantra – il 
binomio organizzazione efficiente.
Qui il retrogusto deve essere 
immediatamente appagante e la completezza piena, si deve impiegare il 
minore tempo possibile per avere la massima resa.
“Nanoracconti. 250 racconti da 250 battute”,
 curato da Pietro Damiano, è il libro che fa per voi, poiché in maniera 
impeccabilmente concisa riesce a percorrere l’intero perimetro 
emozionale.
La tecnologia e la velocità con cui 
dobbiamo fornire informazioni e risposte ci impone di essere sintetici 
in ogni ambito, ma spesso questa sinteticità danneggia il contenuto e la
 sua qualità.
In queste pagine, invece, le parole sono 
al servizio di una storia e sono cercate in maniera accurata per 
regalare una visione chiara e precisa.
C’è un universo di emozioni, di 
relazioni, di rapporti in queste narrazioni di una manciata di righe, 
righe che però sono sufficienti per sorridere, per sospirare, per 
riflettere, per riconoscere una quotidiana attualità.
E’ complicato incartare con l’ultimo 
pezzo di carta dorata quella voglia che ci assale davanti a quel piatto 
così calorico ma così tremendamente buono.
Non è semplice cucire un vestito di 
parole contate su quel sentimento così grande che nasce dal cuore, corre
 a perdifiato lungo le vene e accende di splendore quei due fari che si 
specchiano in altri due fari.
E’ dirompente la forza delle immagini 
dipinte negli spazi lasciati bianchi, nelle insenature di eventi che 
hanno un qualcosa di reale, di familiare, di troppo ricorrente. Se da un
 lato un doloroso movimento di mani segna un rosso sentiero o un nero 
labirinto, dall’altro il mare porta con sé l’eco della sofferenza umana.
 Se una terra viene devastata da scosse di brividi, l’abbandono del 
migliore amico diventa intollerabilmente crudele.
Non è facile far entrare la luce 
scomposta di una storia in una pallina innevata. Il vetro protegge sia i
 bei sentimenti genuini sia le pagine che non aspettano altro di essere 
lette. Quello stesso vetro sa anche però nascondere e custodire un 
tagliente addio e una fame di amore e di sogni.
Abbandoniamoci, dunque, a queste letture,
 magari sorseggiamole al tempo di un caffè, saranno poi loro a darci un 
motivo per rallentare il ritmo e soffermarci su ciò che davvero conta.Tre Mandorle al Dì - 09/12/2016

 
