Ciao, Maurizio. Pasqua è passata da poco. Com’è la tua
regolarità intestinale?
Non è una domanda da porre
a una persona che sta seduta. Comunque, dopo le feste, hakuna matata: nessun
intoppo. Anche perché, l’uovo di Pasqua, l’avevo mangiato a pezzetti. Sto
avendo qualche problema, invece, con la sorpresa.
La mia twitter list. Trovo
che leggerla in altri momenti, sarebbe tempo sprecato.
Pensi di essere una persona stimolante?
Lo spero. Non mi piacciono
le persone piatte, quelle che ti lasciano indifferente: dunque, ce la metto
tutta per non esserlo. Con la scrittura, provo ad essere graffiante, come mi
consiglia il comico con il quale scrivo spettacoli, l’inimitabile Lino D’Angiò.
Anche i miei romanzi umoristici trovo siano demenzialmente insoliti. Credo di
essere uno scrittore ermetico. Nel senso che andrei rinchiuso.
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Maurizio De Angelis |
Zio Mauri è l’anagramma
del mio nome. Comunque ho notato che con gli anagrammi sei bravissima. E ci sai
fare, detto con rispetto, anche come ludolinguista. Il Nanoracconto è un
racconto di poche parole. Una formula che amo molto. Anche se non è facile
esporre una storia utilizzando pochi caratteri: 250, nel nostro caso. Alcuni
sono scritti davvero bene. Mi piace il fatto che vanno letti molto, molto
lentamente. Da gustare a piccoli sorsi, come un ottimo limoncello.
A proposito di nani e di favole… Se dovessi riscrivere Biancaneve metteresti sempre la calzamaglia al principe?
La calzamaglia va bene
anche per i regnanti, mantiene caldi. E poi, diciamo la verità: per i sudditi,
è sempre meglio che un regnante usi la calzamaglia, che il passamontagna.
Un rotolo di carta igienica, un filo d’erba, la pensione
del nonno: inventami un Nano utilizzando
questi tre elementi.
Proviamo, 250 caratteri.
La pensione del nonno era molto economica. Questo, in bassa stagione: periodo
in cui, però, non c’era un filo d’erba. Un mattino, dalla reception, il
vecchietto vide cadere, dalle scale, un rotolo di carta igienica. “E tu, cosa fai?”-
disse. “Rotolo.”
La prima cosa che farai dopo questa intervista (non dire
‘andare al bagno’, è occupato)…
Credo
che… Ti chiederò il numero di telefono.
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