venerdì 25 marzo 2016

Le nanointerviste: Pierluigi Faiella

Incontriamo Pierluigi Faiella da Castel San Giorgio (SA), scrittore e nanoscrittore. 

Terzo classificato nel 2015 alla X edizione del Premio Letterario Internazionale Napoli Cultural Classic, sezione nanoracconti, con il testo “Per mano”:

Mi tenevi per mano verso la scuola. Non volevo lasciarla e stare con gli altri bambini. Ti tengo per mano verso quel ricovero. Non vorresti lasciarla, hai paura di non poterla più ritrovare. Dobbiamo farlo ma prolunghiamo quell'atto il più possibile.

Fai anche altro nella vita oltre a scrivere? 
Mi sto laureando in filologia moderna. Al momento sto scrivendo la mia tesi, spero di discuterla al più presto. Nel frattempo mi tengo anche impegnando facendo ripetizioni a bambini e collaborando con un giornale online, il Risorgimento Nocerino.

Quanto tempo occupa nelle tue giornate la scrittura e la lettura? 
Ultimamente sto scrivendo principalmente per studio. Ma senza cercare giustificazioni, ammetto che il mio principale problema con la scrittura è la mancanza di continuità. Ci sono giorni in cui scrivo molto, altre volte invece al massimo appunto qualche idea sul mio taccuino. La lettura invece è una delle mie principali attività. Mi capita anche di leggere giornate intere, naturalmente quando possibile.

Perché scrivi?
È una domanda non facile. Credo sia per liberarmi di qualcosa, per alleggerirmi di un peso. Mi spiego meglio con un esempio. Il nanoracconto che si è classificato terzo all’edizione dello scorso anno del Napoli Cultural Classic è nato da alcune righe scritte il giorno della morte di mia nonna. In quel momento sentivo come un peso, un macigno, che ho scaricato sulla carta, insieme alle parole e all’inchiostro. Naturalmente non sempre ciò che scrivo nasce da un dolore, può anche nascere da una riflessione o da un’immagine, di cui sento il bisogno di “liberarmi”.

Secondo te qual è il punto di forza del fenomeno dei nanoracconti?
Di certo la velocità di lettura. Hanno il vantaggio di poter esser letti in pochi secondi. Ma questo non vuol dire che la loro vita sia altrettanto breve, anzi a volte essi ci portano a lunghe riflessioni, che vanno al di là della lettura immediata. Capita a volte di essere costretti a leggerli più volte per essere sicuri di averne colto il senso. E poi possono essere di tutti i generi, quindi adatti a ogni gusto. 

Quale futuro prevedi per i nanoracconti? Che cosa ti aspetti?
Credo possano essere sempre più apprezzati. Hanno anche il vantaggio di poter essere scritti su qualunque supporto per la loro brevità, magari su un calendario, uno per ogni giorno, su segnalibri, sui fazzolettini di un bar, in app che quotidianamente possano portarne diversi sui nostri cellulari… Credo abbiano il potenziale per invaderci.

Hai progetti letterari per il futuro?
Fra pochi mesi dovrebbe uscire, per l'editore Homo Scrivens, il nuovo libro di Gruppo 9. Si tratta di un collettivo letterario con cui già ho contribuito a scrivere altri due romanzi. Altri Progetti a breve scadenza purtroppo no, ma ho alcune idee che spero di riuscire a sviluppare in futuro.

Ci saluti con un nanoracconto a tema libero?
“Verso il fondo”
Guardava i pesci nuotare nel mare. Suo figlio l’osservava divertito riavvolgere la lenza. Sua moglie sorrideva, i piedi nudi nella sabbia. Non sarebbero mai arrivati. Non avrebbero più sorriso. Guardava i pesci nuotare e il fondo di un barcone.

25/03/2016
Nanoboss

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