sabato 9 aprile 2016

Nanointerviste: Maurizio De Angelis

Maurizio De Angelis, scrittore umorista autore di libri e spettacoli teatrali.

Ciao, Maurizio. Pasqua è passata da poco. Com’è la tua regolarità intestinale?
Non è una domanda da porre a una persona che sta seduta. Comunque, dopo le feste, hakuna matata: nessun intoppo. Anche perché, l’uovo di Pasqua, l’avevo mangiato a pezzetti. Sto avendo qualche problema, invece, con la sorpresa.

Cosa leggi, di solito, al bagno?
La mia twitter list. Trovo che leggerla in altri momenti, sarebbe tempo sprecato.

Pensi di essere una persona stimolante?
Lo spero. Non mi piacciono le persone piatte, quelle che ti lasciano indifferente: dunque, ce la metto tutta per non esserlo. Con la scrittura, provo ad essere graffiante, come mi consiglia il comico con il quale scrivo spettacoli, l’inimitabile Lino D’Angiò. Anche i miei romanzi umoristici trovo siano demenzialmente insoliti. Credo di essere uno scrittore ermetico. Nel senso che andrei rinchiuso.

Maurizio De Angelis
ZIO DEAN, come James Dean o quasi. Ho pensato che con Zio Dean ci potresti firmare un Nanoracconto. Maurizio De Angelis è troppo lungo per un nano… Sai cos’è un Nanoracconto?
Zio Mauri è l’anagramma del mio nome. Comunque ho notato che con gli anagrammi sei bravissima. E ci sai fare, detto con rispetto, anche come ludolinguista. Il Nanoracconto è un racconto di poche parole. Una formula che amo molto. Anche se non è facile esporre una storia utilizzando pochi caratteri: 250, nel nostro caso. Alcuni sono scritti davvero bene. Mi piace il fatto che vanno letti molto, molto lentamente. Da gustare a piccoli sorsi, come un ottimo limoncello.

A proposito di nani e di favole… Se dovessi riscrivere Biancaneve metteresti sempre la calzamaglia al principe?
La calzamaglia va bene anche per i regnanti, mantiene caldi. E poi, diciamo la verità: per i sudditi, è sempre meglio che un regnante usi la calzamaglia, che il passamontagna.

Un rotolo di carta igienica, un filo d’erba, la pensione del nonno: inventami un Nano utilizzando questi tre elementi.
Proviamo, 250 caratteri. La pensione del nonno era molto economica. Questo, in bassa stagione: periodo in cui, però, non c’era un filo d’erba. Un mattino, dalla reception, il vecchietto vide cadere, dalle scale, un rotolo di carta igienica. “E tu, cosa fai?”- disse. “Rotolo.”

La prima cosa che farai dopo questa intervista (non dire ‘andare al bagno’, è occupato)…
Credo che… Ti chiederò il numero di telefono.



Nessun commento:

Posta un commento