sabato 16 aprile 2016

Nanointerviste: Stefania Fogliano

Stefania Fogliano da Napoli, prima classificata nel 2015 alla X edizione del Premio Letterario Internazionale Napoli Cultural Classic, sezione nanoracconti, con il testo “Le porte della vita”:

Due porte si aprono. Una piccola testa fa capolino. Occhi sbarrati, una bocca che urla un respiro.
Un cuore che batte.
Capelli grigi. Una testa disfatta. Una bocca che chiede ancora un respiro. Occhi socchiusi. Una porta accostata.
Un cuore che muore.

Stefania Fogliano
Fai anche altro nella vita?
Sono un’insegnante di inglese.

Quanto tempo occupa nelle tue giornate la scrittura? E la lettura?
La scrittura non è un mio impegno costante e regolare. Scrivo quando me lo si chiede oppure quando ho bisogno di mettere ordine nei miei pensieri. In tal caso le parole vengon fuori come per magia. Quanto alla lettura è sempre stata una mia passione fin da piccola. Un mondo parallelo che mi aiuta a viaggiare anche da ferma. É per questo che ho libri sparsi ovunque, anche in auto, per non sprecare il mio tempo nei momenti di grande traffico.

Perché scrivi?
Scrivo perché non so parlare. Non so parlare di quel che mi appartiene nel profondo. Non so parlare di emozioni, belle o brutte che siano. Ciò che dico è la mia "superficie". Ciò che scrivo è la mia essenza.

Secondo te qual è il punto di forza del fenomeno dei nanoracconti?
Regalano un'immagine immediata e diretta.  Con poche parole e soprattutto senza troppi fronzoli riescono a far emozionare, sorridere o divertire. Una sorta di "mordi e fuggi" letterario. Impegnativo per chi li scrive, leggero per chi li legge.

Quale futuro prevedi per i nanoracconti? Che cosa ti aspetti?
Trovo che i nanoracconti siano un'invenzione strategica per chi ha paura di avventurarsi tra le tante parole di un libro,  per chi non ha pazienza e per chi non ha più tempo ma non vuole rinunciare alla lettura. Cosa mi aspetto? Che diventino come i messaggi dei Baci Perugina: impossibile non leggerli!

Progetti letterari per il futuro?
Sì. Certo.  Ora sono decisamente nana, ma vorrei crescere ancora un po'.

Ci saluti con un nanoracconto a tema libero?
Quello scaffale, lassù, era il suo sogno. Era stanca di quei libri che riusciva a raggiugere senza il minimo sforzo. Si sforzava di arrivare sempre più in alto, per assaporare quelli che le sembravano preclusi per la sua statura. Nana la chiamavano.

Nanoboss

sabato 9 aprile 2016

Nanointerviste: Maurizio De Angelis

Maurizio De Angelis, scrittore umorista autore di libri e spettacoli teatrali.

Ciao, Maurizio. Pasqua è passata da poco. Com’è la tua regolarità intestinale?
Non è una domanda da porre a una persona che sta seduta. Comunque, dopo le feste, hakuna matata: nessun intoppo. Anche perché, l’uovo di Pasqua, l’avevo mangiato a pezzetti. Sto avendo qualche problema, invece, con la sorpresa.

Cosa leggi, di solito, al bagno?
La mia twitter list. Trovo che leggerla in altri momenti, sarebbe tempo sprecato.

Pensi di essere una persona stimolante?
Lo spero. Non mi piacciono le persone piatte, quelle che ti lasciano indifferente: dunque, ce la metto tutta per non esserlo. Con la scrittura, provo ad essere graffiante, come mi consiglia il comico con il quale scrivo spettacoli, l’inimitabile Lino D’Angiò. Anche i miei romanzi umoristici trovo siano demenzialmente insoliti. Credo di essere uno scrittore ermetico. Nel senso che andrei rinchiuso.

Maurizio De Angelis
ZIO DEAN, come James Dean o quasi. Ho pensato che con Zio Dean ci potresti firmare un Nanoracconto. Maurizio De Angelis è troppo lungo per un nano… Sai cos’è un Nanoracconto?
Zio Mauri è l’anagramma del mio nome. Comunque ho notato che con gli anagrammi sei bravissima. E ci sai fare, detto con rispetto, anche come ludolinguista. Il Nanoracconto è un racconto di poche parole. Una formula che amo molto. Anche se non è facile esporre una storia utilizzando pochi caratteri: 250, nel nostro caso. Alcuni sono scritti davvero bene. Mi piace il fatto che vanno letti molto, molto lentamente. Da gustare a piccoli sorsi, come un ottimo limoncello.

A proposito di nani e di favole… Se dovessi riscrivere Biancaneve metteresti sempre la calzamaglia al principe?
La calzamaglia va bene anche per i regnanti, mantiene caldi. E poi, diciamo la verità: per i sudditi, è sempre meglio che un regnante usi la calzamaglia, che il passamontagna.

Un rotolo di carta igienica, un filo d’erba, la pensione del nonno: inventami un Nano utilizzando questi tre elementi.
Proviamo, 250 caratteri. La pensione del nonno era molto economica. Questo, in bassa stagione: periodo in cui, però, non c’era un filo d’erba. Un mattino, dalla reception, il vecchietto vide cadere, dalle scale, un rotolo di carta igienica. “E tu, cosa fai?”- disse. “Rotolo.”

La prima cosa che farai dopo questa intervista (non dire ‘andare al bagno’, è occupato)…
Credo che… Ti chiederò il numero di telefono.



sabato 2 aprile 2016

Le nanointerviste: Rosaria Tarotto

Rosaria Tarotto da Torre del Greco (NA), scrittrice con la passione per i nanoracconti.
Seconda classificata nel 2015 alla X edizione del Premio Letterario Internazionale Napoli Cultural Classic, sezione nanoracconti, con il testo “Figlia di un Dio crudele”:

La mamma la baciò e la aiutò a vestirsi. Amina, sottomessa al suo sguardo, non protestò per il peso insolito di quegli abiti. Seguì suo padre fino al mercato, e lì guardò il sole per l’ultima volta. 
Un boato e di lei, a terra, solo un nastro rosso.

Parlaci un po’ di te? Inguaribile romantica, consulente informatico con la testa tra le nuvole.

Quanto tempo occupa nelle tue giornate la scrittura e la lettura? Purtroppo lavoro molte ore al giorno, ma un buon libro accompagna sempre le mie serate. Per la scrittura attendo il fine settimana.

Cosa ti spinge a scrivere?
La voglia di raccontarmi, principalmente. A volte un evento particolare, un’emozione nuova o semplicemente una riflessione.

Secondo te qual è il punto di forza del fenomeno dei nanoracconti?
La misura. Essendo brevi lasciano spazio alla fantasia di chi legge, senza annoiare.

Quale futuro prevedi per i nanoracconti? Che cosa ti aspetti?
Spero che il fenomeno contagi sempre più persone. Dovrà essere una moda per tutte le età.

Hai progetti letterari per il futuro?
Non nell’immediato, mi guardo intorno.

Ci saluti con un nanoracconto a tema libero?
La sua richiesta mi colse impreparata ma dovevo dimostrare di essere una scrittrice. Risposi ‘ ok ‘ e finsi di concentrarmi. Il nanoboss ha il cuore tenero e anche quella volta mi lasciò il tempo di emozionarmi. Terminai il racconto con un sorriso.

Nanoboss

venerdì 25 marzo 2016

Le nanointerviste: Pierluigi Faiella

Incontriamo Pierluigi Faiella da Castel San Giorgio (SA), scrittore e nanoscrittore. 

Terzo classificato nel 2015 alla X edizione del Premio Letterario Internazionale Napoli Cultural Classic, sezione nanoracconti, con il testo “Per mano”:

Mi tenevi per mano verso la scuola. Non volevo lasciarla e stare con gli altri bambini. Ti tengo per mano verso quel ricovero. Non vorresti lasciarla, hai paura di non poterla più ritrovare. Dobbiamo farlo ma prolunghiamo quell'atto il più possibile.

Fai anche altro nella vita oltre a scrivere? 
Mi sto laureando in filologia moderna. Al momento sto scrivendo la mia tesi, spero di discuterla al più presto. Nel frattempo mi tengo anche impegnando facendo ripetizioni a bambini e collaborando con un giornale online, il Risorgimento Nocerino.

Quanto tempo occupa nelle tue giornate la scrittura e la lettura? 
Ultimamente sto scrivendo principalmente per studio. Ma senza cercare giustificazioni, ammetto che il mio principale problema con la scrittura è la mancanza di continuità. Ci sono giorni in cui scrivo molto, altre volte invece al massimo appunto qualche idea sul mio taccuino. La lettura invece è una delle mie principali attività. Mi capita anche di leggere giornate intere, naturalmente quando possibile.

Perché scrivi?
È una domanda non facile. Credo sia per liberarmi di qualcosa, per alleggerirmi di un peso. Mi spiego meglio con un esempio. Il nanoracconto che si è classificato terzo all’edizione dello scorso anno del Napoli Cultural Classic è nato da alcune righe scritte il giorno della morte di mia nonna. In quel momento sentivo come un peso, un macigno, che ho scaricato sulla carta, insieme alle parole e all’inchiostro. Naturalmente non sempre ciò che scrivo nasce da un dolore, può anche nascere da una riflessione o da un’immagine, di cui sento il bisogno di “liberarmi”.

Secondo te qual è il punto di forza del fenomeno dei nanoracconti?
Di certo la velocità di lettura. Hanno il vantaggio di poter esser letti in pochi secondi. Ma questo non vuol dire che la loro vita sia altrettanto breve, anzi a volte essi ci portano a lunghe riflessioni, che vanno al di là della lettura immediata. Capita a volte di essere costretti a leggerli più volte per essere sicuri di averne colto il senso. E poi possono essere di tutti i generi, quindi adatti a ogni gusto. 

Quale futuro prevedi per i nanoracconti? Che cosa ti aspetti?
Credo possano essere sempre più apprezzati. Hanno anche il vantaggio di poter essere scritti su qualunque supporto per la loro brevità, magari su un calendario, uno per ogni giorno, su segnalibri, sui fazzolettini di un bar, in app che quotidianamente possano portarne diversi sui nostri cellulari… Credo abbiano il potenziale per invaderci.

Hai progetti letterari per il futuro?
Fra pochi mesi dovrebbe uscire, per l'editore Homo Scrivens, il nuovo libro di Gruppo 9. Si tratta di un collettivo letterario con cui già ho contribuito a scrivere altri due romanzi. Altri Progetti a breve scadenza purtroppo no, ma ho alcune idee che spero di riuscire a sviluppare in futuro.

Ci saluti con un nanoracconto a tema libero?
“Verso il fondo”
Guardava i pesci nuotare nel mare. Suo figlio l’osservava divertito riavvolgere la lenza. Sua moglie sorrideva, i piedi nudi nella sabbia. Non sarebbero mai arrivati. Non avrebbero più sorriso. Guardava i pesci nuotare e il fondo di un barcone.

25/03/2016
Nanoboss

venerdì 11 marzo 2016

Nanoracconti, in attesa del prossimo libro

Al teatro Bellini di Napoli si è parlato di una serie di progetti che interessano la casa editrice Homo Scrivens (Faximile, i racconti per il quotidiano Roma, ecc.) e di una serie di progetti con altre realtà. Si è parlato anche del nuovo libro dei nanoracconti di prossima uscita.

11/03/2016

martedì 29 settembre 2015

San Giorgio ­ Grande successo per la seconda edizione di 'Ricomincio dai libri'

Più di duemila persone hanno partecipato a “Ricomincio dei libri”, l’unica fiera dei libri organizzata in Campania, che si è svolta in villa Falanga a San Giorgio a Cremano, grazie al patrocinio del Comune ed all’organizzazione delle associazioni Arenadiana, La Bottega delle Parole e Librincircolo. 

Il lungo weekend letterario ha visto susseguirsi a Villa Falanga ben dieci presentazioni con autori del calibro di Antonella Cilento, Marco Marsullo, Lorenzo Marone, Isabella Pedicini, Amleto De Silva, Pino Imperatore, Alessandro Bolide, Stefano Piedimonte, Luigi Romolo Carrino e Bruno Galluccio.

Protagonisti sono stati, però, anche i venti autori singoli (ovvero non accompagnati dalle rispettive case editrici o autopubblicatisi) o emergenti presenti in fiera, ai quali è stata concessa – novità assoluta – la possibilità di far conoscere al pubblico i propri scritti inediti. Opportunità concessa anche alle quattordici case editrici che hanno inondato la seconda edizione della fiera di libri, idee e proposte letterarie.

A completare il quadro anche reading teatrali, speed date letterari, laboratori per bambini e lezioni di scrittura creativa. Tutti organizzati dalle varie associazioni o case editrici che hanno sposato in toto il progetto degli organizzatori. 

Progetto che ha visto coinvolti anche quest'anno i nanoracconti, il nuovo genere letterario ideato da Pietro Damiano. Stavolta lo stesso aveva invitato i suoi adepti a scrivere una storia inerente la propria vacanza. Non per nulla il contest s'intitolava "In vacanza con il nano". Ad aggiudicarselo Giulia Chianese, con "Passato presente". 

A Daniela Fusco, invece, è andato l'altro contest che ha caratterizzato Ricomincio dai libri, ovvero il premio Idea Bellezza Tacco Matto, conquistato grazie al romanzo inedito "La fata supina", rispondente al genere della Chick Lit.

Il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno ha dichiarato: «Sono estremamente orgoglioso che San Giorgio a Cremano abbia potuto ospitare per il secondo anno di fila una kermesse di tal fatta, organizzata da persone che credono in ciò che fanno e che cercano continuamente di trasmettere i valori della cultura e il piacere della lettura ogni volta che gliene si dà la possibilità. Noi siamo fieri di avergliela data e continueremo a dargliela. Sono sicuro che, vista l'ottima riuscita della fiera, qualcuno l'anno prossimo chiederà agli organizzatori di spostarla a Napoli, ma sono altrettanto sicuro che loro sceglieranno nuovamente questo paese, perché ormai qui è stato istituito un presidio di cultura, al quale tengo molto. Infatti, siamo già d'accordo di risentirci tra una quindicina di giorni per cominciare a pensare alla terza edizione, per farne una ancora più bella».

Per Miryam Gison, organizzatrice della fiera e presidente dell’associazione La Bottega delle Parole “dopo tanto lavoro e sacrifici alla fine di questi tre giorni penso di poter dire che anche noi possiamo finalmente scartare il nostro regalo, e siamo ben felici di farlo assieme a tutti coloro che ci hanno sostenuto in questo progetto un po' folle».

Comunicato Stampa