venerdì 9 dicembre 2016

Mandorla natalizia per chi non ha mai tempo

Ed eccoci arrivati a dicembre, il mese delle luci, dei lustrini, dei doni.
Sono giorni questi che vedono la creazione di un piccolo mondo di speranze e di attese sotto ogni albero, albero che diviene custode e testimone di quella magia che ci accompagna e ci toglie il respiro quando togliamo il fiocco e scopriamo il regalo che qualcuno – magari anche sbagliando – ha pensato solo per noi.
Per me le festività sono l’occasione ideale per stilare una lista di libri che mi piacerebbe scartare e assaporare nei giorni che salutano l’anno in corso e che accolgono, correndo, l’anno nuovo.
Ecco perché per voi ho immaginato tre mandorle letteral-natalizie caratterizzate ognuna da un differente retrogusto.
Oggi la mandorla è per coloro che sono sempre di corsa, che non hanno mai abbastanza tempo; per coloro che vogliono tutto e subito e che riconoscono – come loro mantra – il binomio organizzazione efficiente.
Qui il retrogusto deve essere immediatamente appagante e la completezza piena, si deve impiegare il minore tempo possibile per avere la massima resa.
Nanoracconti. 250 racconti da 250 battute”, curato da Pietro Damiano, è il libro che fa per voi, poiché in maniera impeccabilmente concisa riesce a percorrere l’intero perimetro emozionale.
La tecnologia e la velocità con cui dobbiamo fornire informazioni e risposte ci impone di essere sintetici in ogni ambito, ma spesso questa sinteticità danneggia il contenuto e la sua qualità.
In queste pagine, invece, le parole sono al servizio di una storia e sono cercate in maniera accurata per regalare una visione chiara e precisa.
C’è un universo di emozioni, di relazioni, di rapporti in queste narrazioni di una manciata di righe, righe che però sono sufficienti per sorridere, per sospirare, per riflettere, per riconoscere una quotidiana attualità.
E’ complicato incartare con l’ultimo pezzo di carta dorata quella voglia che ci assale davanti a quel piatto così calorico ma così tremendamente buono.
Non è semplice cucire un vestito di parole contate su quel sentimento così grande che nasce dal cuore, corre a perdifiato lungo le vene e accende di splendore quei due fari che si specchiano in altri due fari.
E’ dirompente la forza delle immagini dipinte negli spazi lasciati bianchi, nelle insenature di eventi che hanno un qualcosa di reale, di familiare, di troppo ricorrente. Se da un lato un doloroso movimento di mani segna un rosso sentiero o un nero labirinto, dall’altro il mare porta con sé l’eco della sofferenza umana. Se una terra viene devastata da scosse di brividi, l’abbandono del migliore amico diventa intollerabilmente crudele.
Non è facile far entrare la luce scomposta di una storia in una pallina innevata. Il vetro protegge sia i bei sentimenti genuini sia le pagine che non aspettano altro di essere lette. Quello stesso vetro sa anche però nascondere e custodire un tagliente addio e una fame di amore e di sogni.
Abbandoniamoci, dunque, a queste letture, magari sorseggiamole al tempo di un caffè, saranno poi loro a darci un motivo per rallentare il ritmo e soffermarci su ciò che davvero conta.

Tre Mandorle al Dì - 09/12/2016

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